Sono sempre stato incantato di come i samurai ( e i giapponesi tradizionale) ricercano la perfezione in ogni loro gesto piccolo o grande che sia, come la cerimonia del the
che per loro è una cosa importantissima perchè racchiude molti gesti da fare in modo quasi perfetto, fanno pratica ogni giorno per raggiungere la perfezione di questo gesto, semplicemente si piò divedere in 3 fasi:
Porgere il bastone di Bamboo nella pentola del thè in maniera pulita ne velocemente ne troppo piano, l’accuratezza sta nel non far rumore quando si raccoglie e si versa il te nella tazza “SABISENSUJI” e anche qui senza farlo colare ne sporcare i bordi della SABISENSUJI, il tutto senza rumore, poi si riposiziona delicatamente il bamboo nella pentola, a questo punto si può gustare il te portando la SABISENSUJI con due mani unite alla bocca senza fare rumore e non berlo tutto di un fiato o troppo velocemente.
Questo è solo un esempio ma di ogni gesto se ne fa un arte, sono “marziali” sotto ogni punto di vista, l’accuratezza in ogni gesto porta a uno livello maggiore di comprensione delle cose e dell’essenza stessa del gesto perciò a mi parere l’arte marziale che sia Aikido, Karate, Judo, Ju ju tsu è solo l’essenza, non si può vivere “marzialmente” rispettando le regole del Budo solo sul Tatami e non fuori, secondo me la vera essenza della via dell’Samurai si rispecchia in ogni gesto e in ogni pensiero.
Provo a ricercare la perfezione dei gesti giorno per giorno ma è difficile, forse perchè noi “occidentali” non riusciamo a comprendere bene cosa voglia dire Budo o forse perchè non diamo peso ai piccoli gesti di ogni giorno sicuramente serve molto allenamento.
Un esempio che posso portare in base alle mie esperienze è quando preparo il caffè alla mattina,mi sforzo di ricreare un gesto pulito e longilineo ma non sempre riesco, come quando verso lo zucchero nella tazza, il movimento giusto non sarebbe “infilare” praticamente il cucchiaino nella tazza perchè non è molto bello ne tenerlo troppo alto ma cercare un equilibrio ( l’essenza dell’aikido e dello zen) tra le due cose ma spesso e volentieri mi cade pur pochissimo che sia dello zucchero sul tavolo, ma l’aikido mi ha insegnato a non arrendermi mai e solo con la pratica si fa progresso…
Un' altro esempio, quando preparo la pasta alle volte sono di fretta prendo il sale grosso con un braccio mi allungo e nel tragitto tra la mia mano e la pentola spesso sento “ shshshshsh” è del sale che cade sul pianale della cucina, alle volte la fretta passa sopra a anni di ricerca della marzialità di budo e di aikido e ci si accorge quanta strada bisogna ancora fare….
M'è venuta in mente una frase de "L'ultimo Samurai" che sottolinea la propensione della cultura (marziale e non) giapponese di quei tempi, leggendo il tuo articolo.
RispondiEliminaPoi il film non va molto oltre, ma l'incipit è un ottimo spunto di riflessione.
Noi occidentali non siamo abituati a questo tipo di disciplina, o meglio da noi è confinata in ambiti mai così intimi e personali come può essere il prepararsi un thé, se non relativamente ai dettami del buon senso o al limite del galateo nel caso lo si prepari per altre persone (sempre che qualcuno ancora lo segua, il galateo...).
Il loro modo di fare sa di "militare" per noi che invece nel privato ci lasciamo andare completamente e facciamo le cose come ci vengono, il che non è del tutto sbagliato, e a mio parere un mix di "noncuranza occidentale" e "ordine orientale" rimane la scelta migliore.
L'equilibrio delle cose...
RispondiEliminacome sempre ottimo commento
Questa filosofia della ricerca della perfezione ha un nome?
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